il Battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte a Padula

Nella zona di Marcellianum, alle porte della città lucana-romana di Cosilinum, è situato il battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte. Si tratta di una delle più importanti testimonianze religiose dell’età paleocristiana la cui fondazione viene fatta risalire a Papa Marcello I (308-309). Il battistero fu eretto sul luogo di un antico ninfeo risalente all’epoca romana e legato al culto pagano di Leucòthea, la dea delle acque. La sua struttura originaria è stata profondamente trasformata nel corso dei secoli a causa delle sue diverse destinazioni d’uso. L’edificio svolse la sua funzione di battistero sicuramente fino al VII secolo; si trattava di una costruzione a pianta centrale che si sviluppava intorno alla vasca battesimale, fiancheggiata da due ambulacri e definita da quattro archi sui quali si impostava la volta con il centro leggermente ribassato rispetto al culmine degli archi d’appoggio. Durante il corso dell’XI secolo l’edificio muta il suo aspetto assumendo una forma basilicale con la costruzione dell’aula absidata e del nartece e, oltre alla forma, cambia anche la sua funzione. Successivamente con Ruggero II il Normanno, re di Sicilia, il battistero diviene commenda dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e, in tale occasione, subì profonde trasformazioni con la costruzione del portico, la sistemazione del deflusso delle acque sorgive ed un generale consolidamento delle strutture murarie. Nel 1852, dopo la soppressione napoleonica, il battistero entra a far parte dei beni della Certosa di Serra San Bruno; dopo decenni di abbandono l’edificio è stato recuperato grazie agli interventi messi in atto dalla competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e Storico-Artistici di Salerno e Avellino. I lavori di recupero, iniziati nel 1985, hanno restituito la dignità ad un edificio che è un unicum in Italia in quanto si tratta di un battistero edificato direttamente sulla sorgente che riempiva la vasca battesimale. Il rito del battesimo, presso il battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte, avveniva tramite immersione secondo il rito orientale. Cassiodoro, magister officiorum del re ostrogoto Atalarico tra il 523 e il 527 circa, in una delle sue opere (Variae, VIII, 33) descrive la vasca lustrale dove si immergevano i catecumeni che giungevano dalle regioni limitrofe in occasione di un’importante fiera; inoltre l’autore riporta anche la suggestione dell’acqua che, durante la celebrazione, cresceva miracolosamente sommergendo anche gli ultimi due dei sette gradini della vasca. Purtroppo della decorazione pittorica presente all’interno dell’antico insediamento cristiano è rimasto poco quanto nulla. Durante la campagna di recupero dell’edificio sono venuti alla luce, nelle cuffie che raccordavano la cupola alle arcate del fonte battesimale, alcuni lacerti di affreschi raffiguranti i volti dei quattro Evangelisti databili, su base stilistica, tra VI e VII secolo (oggi sono conservati presso la passeggiata coperta della Certosa di San Lorenzo). Tra XI e XII secolo si collocano, invece, i frammenti di affreschi (raffiguravano la teoria degli Apostoli) che decoravano la parete dell’abside e visibili in loco.

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