Il Convento di San francesco a Padula

I lavori per la costruzione del convento di San Francesco ebbero inizio nel 1380 per volere di Giovan Tommaso Sanseverino , conte di Marsico e discendente dell’illustre Tommaso Sanseverino, fondatore della Certosa di San Lorenzo. La fondazione del convento da parte della famiglia Sanseverino è confermata dallo stemma di detta famiglia che si può vedere nell’abside e che si compone di uno scudo azzurro sbarrato di rosso. L’edificio, pur risalendo al Trecento, risente dell’influsso degli stili artistici che si sono succeduti nel tempo per cui s’incontrano tracce di barocco miste ad architetture gotiche o ad influssi rinascimentali. La chiesa di San Francesco, oltre a conservare nella facciata quattro splendide colonne con capitelli quattrocenteschi, è l’unica chiesa di Padula che presenta un atrio davanti all’ingresso caratterizzato da un grande portale in pietra locale che reca la data del 1645. Oltrepassando tale portale si entra nella chiesa che cattura subito l’attenzione per l’incredibile ricchezza degli stucchi dorati e per il ciclo di affreschi che coprono le pareti delle navate e dell’abside. La parete dell’arco absidale presenta la scena dell’Annunciazione con l’arcangelo Gabriele a sinistra che giunge presso Maria rappresentata sul lato destro dell’arco. A seguire, lungo le pareti della navata centrale, si sviluppano le scene relative al Nuovo Testamento mentre al di là dell’arco maggiore, sulle pareti dell’abside di forma pentagonale, sono rappresentate gli episodi salienti dell’antico Testamento. Nella navata laterale trovano posto sei cappelle votive con una diffusa decorazione a stucco di gusto barocco; una delle cappelle (nota anche col nome “del Tufo”) conserva, in un’urna dorata, alcune reliquie di Santa Sabina. Nella zona adiacente la chiesa trova spazio il chiostro di forma quadrata con 24 colonne di pietra locale con basi e capitelli che riportano lo stemma araldico dei nobili e delle famiglie del tempo (Sanseverino , Avalos, Cardona). All’interno del chiostro è possibile ammirare un grande portale in pietra di Padula sul quale si legge “Conosci te stesso” ed un architrave in pietra locale sul quale è scritto il seguente distico:” HUC INTRARE CAVE. NISI PRIUS DIXERIS AVE”.
Durante il decennio francese (1806-1815) il convento, così come accadde ad altri edifici religiosi presenti su tutto il territorio, risentì delle Leggi e dei Decreti emanati contro gli Ordini Religiosi. Con l’evento sismico del 1857 l’edificio subì ingenti danni strutturali ai quali si pose rimedio qualche anno dopo. Con Ferdinando IV di Borbone i conventi vengono restituiti agli Ordini religiosi soppressi ma tale periodo durò poco perché il 7 luglio del 1866 ci fu un ulteriore soppressione. Successivamente il convento è ritornato nelle mani dei Francescani i quali continuano a portare avanti gli ideali dell’Ordine.

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